Pagine

mercoledì 29 agosto 2012

Ricordi Salentini....

Rieccoci.
Di nuovo ad Armo,
di nuovo sperduta in Aspromonte.
E ora vi racconto del….


…Salento:
Terra delle case dai muri bianchi,
dell’acqua gelida che scorre sotto la terra,
e dopo un bagno nel “pilone”
è capace di eliminare il caldo  dal tuo corpo per ore,
tenendo lontano perfino gli insetti.
Terra di ulivi secolari che raccontano storie,
e di vino rosso che fa girar la testa.


A Martina Franca sotto un quadrato di cielo incastonato tra i suoi muri chiari,
nella notte del 13 Agosto  ho osservato grandi nuvole veloci ed una stella cadente,
e mentre seguivo attenta anche quello che si svolgeva più in basso
il mio cuore di volpe ha a tratti cantato, osservato in silenzio,
o tenuto il tempo in modo forsennato.
Occhi lucidi e mani in movimento.
Le radici che tirano, il ritmo del sangue mai dimenticato.
Qualcosa di lontano nel tempo, ma vicinissimo nell’ animo.
…E chissà. Chissà se il piccolo satiro è infine arrivato nelle mani giuste.
Chissà se un certo qualcuno leggerà queste righe…
Chissà se la conchiglia si è lasciata sfuggire qualche segreto…
Chissà quale quadrifoglio in chissà quale libro, potrebbe trovare la strada…
Forse non lo saprò mai, ma non è un problema:
è solo cibo in più per la mia immaginazione e sono felice di averlo fatto,in ogni caso.
Di non essere tornata a casa con il foglio nella borsa,
ma con un gran sorriso nascosto negli occhi.




Grazie, Vinicio.
Dal profondo del mio cuore di canide,
Da parte della vecchia cieca veggente che è in me,
a volte latente a volte schiacciante,
Da parte della baccante dal cuore leggero,
Da parte della studentessa talvolta scazzata ma ostinatamente ottimista,
Da ogni mio poro e sfaccettatura….
GRAZIE! 


E poi….

A Castellana ho attraversato sottoterra un paesaggio fantastico di
stalattiti e  stalagmiti degno di un racconto di Jules Verne
 e osservato in religioso silenzio formazioni  di ogni tipo,
scovando forme animali e creature mitologiche,
quasi non respirando nel timore di interrompere un’opera d’arte della natura  lunga millenni.



..A Grottaglie ho osservato chiese barocche
 ( dalle radici ben più antiche)  
murales d’autore e ceramiche splendenti, 
fatto le smorfie con le maschere del teatro greco e alle gorgoni,
 e annusato il tufo annerito delle vecchie fornaci.





…a Carpignano Salentino ho sudato ballando la pizzica per 4 ore di fila sul selciato della chiesa,

talvolta chiudendo gli occhi e abbandonandomi al ritmo, al tuonare dei tamburi,
 schiacciando via con il ragno tutte le ansie, le paure, i problemi almeno per una sera
 ignara della folla che faceva buco intorno.
Veleno e antidoto spesso hanno le stesse sembianze.
Grazie di cuore ai simpaticissimi Briganti delle terre d’Otranto,
ad Anna Cinzia Villani,
e alla meravigliosa Officina Zoè.




In quest’occasione ho anche trovato la mia Tammorra.
Quella giusta;
Leggera e chiara, con la pelle che ha quasi le stesse macchie della luna piena.
Nata dalle mani magre e già esperte di un ragazzo dai capelli ricci.
Non ho nemmeno chiesto il nome, né preso un bigliettino…ero troppo folgorata dall’incontro.
E qualche giorno dopo ci siamo ritrovate insieme a viaggiare su un autobus sconosciuto,
lei avvolta in un ampio foulard multicolore per proteggerla e far star quieti i suoi 14 sonagli,
e io a guardare il mare dal finestrino.
Ma questa è un’altra storia….


…E infine sulla strada per Lecce mi sono quasi persa
 nel labirinto colorato della “Casa-museo di Vincent” tra mosaici sgargianti, 
frammenti di specchio, odore di colori a olio, tappeti appesi al soffitto, 
soffitti di tutti i tipi, e tele dipinte per tutti i gusti.





A Lecce ho camminato sotto lo sguardo curioso delle sculture in pietra chiara ad ogni balcone,
mi sono persa nei particolari della facciata della cattedrale, ho respirato l’odore salmastro del mare portato da una tramontana impetuosa. Infine sono rimasta a bocca aperta di fronte alle luminarie più suntuose e colorate che abbia mai visto. Facevano impallidire Sant’Oronzo in cima alla suo colonna e ora che ci penso il bosco notturno di Perelun descritto ne “La storia Infinita” doveva essere una cosa del genere!





Compagno paziente e instancabile di tutte queste avventure,
e di numerose passeggiate serali e non nei vicoli di Oria
 è stato Ste, il mio satiro.
Il mio Uomo-stella.
Fuoco e Luna Nuova.
Lo ringrazio davvero tanto di averle vissute con me fino in fondo.
Di avermi fatto collezionare ricordi bellissimi ed emozioni in quantità,
E dulcis in fundo di avermi insegnato qualcosa, tanto per cambiare.



Nessun commento:

Posta un commento