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martedì 23 aprile 2013

La pelle delle cose



Oggi abbiamo lavorato nell'orto botanico di Brera.
Il mio vecchio rifugio di tanti pomeriggi solitari durante il triennio...
Abbiamo cercato rami, semi, noci, cortecce, foglie, e altre cose,
e le abbiamo impresse in pezzi di creta, lasciando così le impronte.
Abbiamo osservato e ricercato la pelle delle cose, 
quelle piccole cose naturali che da sempre mi piace raccogliere.
Tutti questi "medaglioni" con la loro impronta 
verranno fatti asciugare e verranno cotti, per poi creare un'opera condivisa. 
Un laboratorio facile e molto sensibile. 








E poi va beh.....
il Dolore. 
Riflesso a specchio in mille occhi, mille volte al giorno.
Andata e ritorno. 
Allora capita che con un gesto fluido e circolare ( come la città stessa ) passi una mano velocissima sulla grande piantina della città di Milano, e poi tieni il pugno chiuso stretto, per non far scappare quella cosa. 
Sali le scale della metro soffiando buone cose e un pò di conforto in quel pugno, e una volta riguadagnata la luce del giorno puoi aprire di nuovo la mano, e quasi vedere "la cosa" scappare via velocissima, ma stavolta trascinandosi dietro diverse benedizioni che si spera si impiglino tra i capelli di qualche milanese distratto....
Ah! Il mondo moderno. Fa venir voglia di scuotere la gente per le spalle e urlare nelle orecchie! 
Ma ci sono modi più adeguati, praticamente invisibili. 
E poi c'è il Tasso.
Albero della morte, il dolore versione pianta.
Quella ferita rossa, molto umana che puoi trovare sul suo tronco. 
Carne ferita, la riconoscerebbe chiunque. 
Quando i riflessi dolorosi negli occhi degli altri diventano appiccicosi come zucchero,
quando rischi di non fare bene il tuo mestiere,
quando senti il bisogno di una lezione preziosa sul dolore e sulla morte,
sappi che nell' orto botanico di Brera,
sotto al Tasso ( Taxus Baccata ) c'è una vecchia panchina di pietra, 
e che tale panchina è lì apposta per il tuo spirito. 



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